- Settembre 10, 2015
- Di Gaia Marsiaj
- News
Lavorare sul proprio territorio e contribuire a progetti interessanti per valorizzarlo, riscoprirlo e renderlo sicuro è molto gratificante. Se poi, durante un intervento così importante, si è spettatori di un ritrovamento archeologico diventa tutto ancora più interessante.
E’ il caso dell’adeguamento sismico di Ponte degli Angeli a Vicenza.
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Questo ponte sorge nelle vicinanze di Piazza Matteotti, deve il suo nome odierno all’antica chiesetta di Santa Maria degli Angeli (non più esistente) che era stata ricavata dal torrione di protezione dell’importante Ponte di San Pietro.
Il Ponte degli Angeli in epoca medievale venne realizzato con tre ampie arcate, e riconsiderato dal Palladio (1561) in un quarto elemento per agevolare il passaggio delle acque fluviali.
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Per la realizzazione venne utilizzata la stessa pietra bianca destinata alle logge del palazzo della ragione, all’epoca in cantiere. Tale progetto non fu sufficiente ad evitare il crollo della struttura portante, in seguito alla violenta alluvione del 1882.
Per nulla rassegnata, Vicenza dedicò sforzi e denari per la ricostruzione del ponte: una struttura in ferro dall’apparenza esile, in un’immagine che a molti parrebbe spartana.
Ponte degli Angeli conobbe ulteriore ed ultima ricostruzione negli anni ’50 per opera dell’architetto Giuseppe Chemello, su progetto di un’unica campata portante in cemento armato.
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Il nuovo adeguamento è frutto della consapevolezza che l’Italia è un paese sismico e proprio per questo, molti finanziamenti pubblici sono proprio destinati a migliorare le caratteristiche delle strutture con il fine di resistere agli eventi sismici.
Nel caso di questo intervento ci siamo occupati di caratterizzare il sottosuolo tramite prove penetrometriche, prove sismiche MASW – REMI, prove sismiche HVSR.
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Queste indagini hanno permesso di ricostruire il modello sismo-stratigrafico del sottosuolo che è stato successivamente analizzato tramite modellazioni numeriche monodimensionali al fine di fornire ai progettisti la potenza, la durata e la frequenza del terremoto atteso in quel punto ovvero i dati di input sismico da inserire nelle verifiche strutturali.
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La sinergia tra geologia e ingegnera è fondamentale nel caso di adeguamenti sismici di questo tipo e con gli strumenti opportuni questi due ambiti possono interagire tra loro.
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Oltre alla geologia e all’ingegneria questo intervento ha coinvolto anche l’archeologia grazie ad un suggestivo ritrovamento archeologico.
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Durante gli scavi, in corrispondenza dell’isola pedonale davanti a palazzo del Territorio, sono emersi i resti della chiesa di Santa Maria degli Angeli, edificio del 1400, completamente ricostruito nel 1700, come testimoniano le mappe cittadine, e definitivamente abbattuto alla fine del 1800 dopo essere stato utilizzato come magazzino in epoca napoleonica.
Gli scavi hanno portato alla luce quello che la soprintendenza ha riconosciuto essere il pavimento dell’antica chiesa quattrocentesca e tre camere funerarie, su cui peraltro poggiano tubature risalenti agli anni ’50.
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