La tomografia elettrica 2D consente di ricostruire l’assetto del sottosuolo a partire dalle misure di resistività, polarizzazione indotta (I.P.) e caricabilità del terreno.
La tomografia elettrica 2D in corrente alternata consente di ottenere delle sezioni 2D di resistività tramite una serie di elettrodi posizionati al suolo e collegati, tramite un cavo digitale, al georesistivimetro. Quest’ultimo è in grado di immettere corrente (I) e misurare le differenze di potenziale (V), secondo quadripolo prestabiliti. I valori di resistività ottenuti possono essere correlati alle varie litologie presenti nel sottosuolo o a determinati marker come cisterne, acqua, metalli, cavità, ecc.
Da un punto di vista operativo, l’esecuzione della tomografia elettrica di superficie 2D richiede:
Dei quattro punti elencati, l’ultimo è certamente quello più critico. L’interpretazione del modello di resistività, ovvero l’assegnazione di un determinato materiale ad un particolare valore della resistività, produrrà un modello tanto più reale e preciso quanto maggiore sarà il numero di informazioni al contorno. La conoscenza, ad esempio, della stratigrafia di massima, del livello di falda, dei valori di resistività dei materiali presenti o di quant’altro, può concorrere a migliorare la risoluzione del modello finale. Le misurazioni vengono effettuate con sistemi hardware e software di ultima generazione. Il georesistivimetro è rappresentato dal sistema Electra della Micromed S.p.a. dotato di 48 elettrodi espandibili con energizzazione in corrente alternata.