La tomografia sismica è una tecnica di indagine sismica basata sull’analisi della velocità di propagazione delle onde sismiche (di compressione e di taglio) nel sottosuolo tramite sollecitazioni artificiali.
Lo scopo della tecnica d’indagine denominata “sismica a rifrazione” è quella di ricostruire un profilo sismo-stratigrafico lungo l’allineamento geofonico di investigazione (sia con sensori verticali che orrizzontali).
Secondo i tempi di primo arrivo delle onde sismiche (sismografo SoilSpy Rosina a 24+n canali della MoHo Srl) e le distanze relative alla configurazione geometrica adottata (interspazio geofonico e offset di scoppio) sarà possibile dimensionare gli spessori dei sismo-strati attraversati dalla radiazione elastica e quindi ottenere una dettagliata perizia sismica della porzione di sottosuolo sottoposta ad indagine.
Operativamente, ciò che viene eseguito in campagna è una disposizione lungo una retta di trasduttori velocimetrici (geofoni) lungo la sezione che si desidera investigare. Quindi, in funzione della risoluzione e delle profondità ricercate, si dispongono i punti di produzione dell’energia elastica. Gli scoppi saranno disposti secondo geometrie variabili rispetto alla copertura geofonica.
La tomografia sismica a rifrazione calcola la velocità di propagazione delle onde sismiche nel sottosuolo quando il terreno è sottoposto a sollecitazioni artificiali o naturali (sisma). La determinazione delle velocità si ottiene misurando i tempi di primo arrivo delle onde sismiche generate in diversi punti sulla superficie topografica. I risultati che si possono ottenere, oltre alla ricostruzione stratigrafica del sottosuolo e al calcolo del parametro Vs,eq, possono servire all’individuazione delle proprietà fisiche dei mezzi indagati, alla ricostruzione di strutture sepolte (faglie, superfici di scivolamento, …), alla determinazione della profondità del substrato roccioso e alla stima del suo grado di fratturazione.