
- Dicembre 11, 2020
- Di Gaia Marsiaj
- News
Caso studio
L’area oggetto di studio è la zona esterna e interna di una Chiesa in provincia di Modena.
Per ragioni operative si è proceduto suddividendo il lotto in 4 diverse aree di acquisizione (di cui una all’interno della chiesa), che hanno previsto un totale di circa 70 profili georadar, al fine di ottimizzare la copertura delle zone indagate.
Lo scopo delle indagini è rilevare anomalie presenti nell’immediato sottosuolo (sottoservizi, oggetti sepolti, cavità, superfici di discontinuità, ecc.) sia nell’area esterna alla Chiesa, che all’interno.
L’interpretazione dei radargrammi ha permesso di riconoscere delle anomalie di particolare forma e dimensione ad elevata riflessione riconducibili alla presenza di oggetti sepolti all’interno dell’area di terreno indagata. Si sono riconosciute in maniera subordinata anomalie attribuibili a corpi con estensione areale e ad oggetti di carattere puntuale e superficiale.



All’interno della chiesa sono stati effettuati vari profili georadar negli spazi disponibili. In particolare, sono state identificate delle anomalie ad elevata intensità riconducibili alla presenza di probabili cavità forse attribuibili ad antiche cripte sotterranee.


Come funziona lo strumento?
Il metodo GPR è una tecnica diagnostica geofisica non distruttiva che consente di ottenere immagini del sottosuolo fino ad una profondità di diversi metri. Tali immagini sono le sezioni verticali che si ottengono da ciascun profilo lineare coperto dall’antenna mobile sulla superficie da investigare.
La strumentazione utilizzata è un GPR Data Acquisition IBS mod. Hi-MOD con antenna monostatica da 200 e 600 Hz che ha permesso di ottenere sezioni verticali riferite ai primi 2,0 metri circa di sottosuolo.
Il radar, in generale, è una apparecchiatura che permette di rilevare la posizione di un oggetto dal confronto tra un segnale di riferimento emesso dal trasmettitore e quello riflesso dall’oggetto (bersaglio) di cui si deve determinare la posizione. Per questo scopo si utilizzano delle onde elettromagnetiche comprese tra qualche centinaio di MHz ed alcune decine di GHz. Il parametro misurato è il tempo di propagazione dell’onda elettromagnetica che, a seguito dell’intercettazione di ostacoli e discontinuità ritorna in superficie e viene captata dall’antenna come eco riflesso.
A cosa serve?
La praticità d’uso e la velocità di acquisizione rendono questo strumento ampiamente utilizzato, infatti, è una tra le prospezioni geofisiche più diffuse per l’investigazione della parte più superficiale del sottosuolo. E’ utilizzato anche per rilievi ambientali, mappatura delle infrastrutture nel sottosuolo, ricerca di cavità, determinazione degli spessori in un materiale, indagini archeologiche e forensi. In ambito di ingegneria edile e civile è utilizzato per determinare cavità, fondazioni, spessori delle strutture, individuazione e mappatura delle armature nel cemento.
