- Agosto 22, 2016
- Di Gaia Marsiaj
- News
Tra i principali compiti che la Regione Veneto svolge in materia ambientale e di governo del territorio, vi è quello di pianificare e programmare strumenti diretti alla mitigazione dei rischi naturali e antropici, con l’obiettivo di favorire trasformazioni positive nella vita delle persone e una migliore sostenibilità ambientale.
I rischi naturali possono essere mitigati attraverso azioni preventive, come la corretta gestione del territorio da parte delle Amministrazioni competenti: attendere un evento sismico per intervenire in fase di emergenza, aumenta esponenzialmente il costo di gestione degli interventi e delle successive ricostruzioni. Al contrario, agire in modo preventivo, ridurrebbe i costi di gestione delle fasi successive all’evento.
Procedere in modo preventivo significa, quindi, sviluppare una serie di norme, linee guida e/o comportamenti operativi e/o educativi finalizzati alla gestione dei rischi naturali, alla riduzione generale dei costi sociali e conseguentemente alla loro ricaduta sulla popolazione.
La Regione Veneto, da diversi anni, ha attivato una serie di iniziative di tipo normativo e tecnico-operativo per conseguire efficaci progressi sulla conoscenza dei fenomeni naturali del proprio territorio legati alla geologia, con l’obiettivo di attivare azioni efficaci in materia di riduzione dei rischi naturali, con particolare riguardo al rischio sismico.
Gli studi preventivi in campo sismico permettono di identificare aree in cui la pericolosità sismica raggiunge livelli che possono pregiudicare la sostenibilità del territorio, sia in termini di vite umane, sia economici e sia di degrado ambientale.
Per microzonazione sismica (di seguito definita MS) si intende la “valutazione della pericolosità sismica locale attraverso l’individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo”.
In sostanza, la MS individua e caratterizza le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale del moto sismico e le zone suscettibili di instabilità: è ormai noto che lo stesso evento sismico può provocare scuotimenti decisamente differenti in dipendenza degli spessori e delle qualità dei terreni posti a copertura del substrato roccioso, delle caratteristiche morfologiche del sito ed, inoltre, è riconosciuto che gli effetti di un terremoto variano col variare delle condizioni geologiche in cui esso si sviluppa.
La quantificazione degli effetti di sito tramite modelli matematici 2D
Per quantificare l’azione sismica in superficie, del territorio di Revine Lago, sono state realizzate delle sezioni bidimensionali di rigidità del sottosuolo sulle quali è stata successivamente condotta la modellazione numerica. Lungo le frontiere laterali dei modelli sono stati introdotti particolari elementi assorbenti (free-field boundaries) che, oltre ad evitare la riflessione delle onde in maniera analoga agli smorzatori viscosi introdotti da Lysmer e Kuhlemeyer (1969), forzano i nodi delle frontiere laterali a riprodurre il moto di free-field, essenziale per le analisi di risposta sismica locale bidimensionale (2D).
Per limitare la riflessione delle onde in corrispondenza della frontiera inferiore del modello, sono stati utilizzati degli smorzatori viscosi (quiet boundaries), mentre le proprietà dissipative dei materiali sono state ottenute attraverso la formulazione di Rayleigh per quanto riguarda il bedrock geofisico (smorzamento 0,02%); per i materiali di copertura è stato utilizzato lo smorzamento isteretico tramite le curve G/G0 e D/D0 indicate negli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica e sotto riportate.
Nel rispetto della normativa vigente – D.M. 14/01/2008 – è stata assunta una severità dell’azione sismica con la probabilità di superamento (P) e con il periodo di ritorno (Tr) relativi allo stato limite considerato. In particolare, è stata considerata una vita nominale della costruzione (Vn) di 50 anni, un coefficiente d’uso (Cu) pari a II e quindi una vita di riferimento Vr = 50 anni. A partire da queste indicazioni, si è determinato un periodo di ritorno dell’azione sismica di 475 anni corrispondente ad una probabilità di superamento del 10% allo stato limite ultimo di salvaguardia della vita (SLV).
L’input sismico utilizzato è rappresentato da una settupla di storie accelerometriche applicate alla base del modello e riferite agli spettri di normativa calcolati per il sito in esame, considerando un sottosuolo di roccia affiorante (classe A) con topografia orizzontale (T1) e correttamente deconvoluto (v. Dynamic Analysis della Itasca, 2016).
In particolare, i sette accelerogrammi sono stati ricavati tramite l’utilizzo del portale SEISM-HOME creato dall’Eucentre di Pavia, che seleziona gli input con il massimo rigore da parte di operatori esperti, evitando in particolare di inserire più di una registrazione proveniente dallo stesso evento o dalla stessa stazione. Tramite una procedura ottimizzata (Corigliano et al., 2012) è stato selezionato l’insieme migliore di accelerogrammi spettro-compatibili registrati su sottosuolo roccioso di Categoria A e disponibili nelle principali banche dati accelerometriche mondiali accreditate.
Le history (storia temporale) ricavate al tetto del modello (per ogni input sismico applicato) rappresentano le storie accelerometriche orizzontali attese nel sito d’indagine: ogni history è stata successivamente plottata in uno spettro di risposta elastico e mediata in una curva rappresentativa. I fattori di amplificazione sono stati calcolati confrontando lo spettro medio in ingresso con quello in uscita nell’intervallo 0.1-0.5s (FA) e 0.5-1.5s (FV) – (Intensità di Housner). A seguire l’ubicazione delle sezioni e i modelli sismo-stratigrafici processati.
A partire dai risultati ottenuti è stato possibile creare una maglia di valori tali da poter interpolare i dati e ottenere la “Carta di microzonazione sismica – Livello 3 (FA 0,1-0,5s)” e “Carta di microzonazione sismica – Livello 3 (FV 0,5-1,5s)”. A seguire vengono riportati gli stralci di tali carte. Dalla loro consultazione è possibile trarre alcune interessanti considerazioni:
- il territorio comunale di Revine Lago è caratterizzato da valori amplificati del moto sismico di base decisamente importanti che variano da 1 a circa 2,3 per l’FA e da 1 a 2,9 per l’FV;
- non si riscontrano importanti amplificazione del moto sismico di base per effetti topografici, nell’area analizzata;
- sia per quanto riguarda l’amplificazione sismica in termini di FA che di FV le sollecitazioni massime sono localizzate lungo il centro valle e degradano, anche se con qualche anomalia localizzata (area morenica), verso i fianchi dei versanti;
- l’assetto tettonico risulta complesso e caratterizzato da morfologie 2D di natura valliva; i fenomeni amplificativi risento, in maniera evidente, degli effetti di intrappolamento del moto sismico all’interno del materiale posto a ricoprimento del substrato.